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Mille e una filastrocca.
Storielle e fiabe da leggere o ascoltare magari in compagnia d'un "micetto nero" o d'un "gatto tigrato con l'occhio dorato" che pare capire tutto ed è capace di reinventare il mondo...
La copertina è opera di Maria Trezzi.
Dal testo:
La Befana.
C'era una volta la Befana
vecchia, gobba e vestita di lana.
A cavallo di una scopa volava e
dall'alto tutto il mondo osservava.
Portava sulle salle un cesto di
cioccolato da dare ai bimbi
che l'avevano meritato.
Mentre chi non aveva fatto azioni buone...
riceveva soltanto un sacchetto di carbone.
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Si tratta di una carellata di libri di tutti i generi che ho letto e apprezzato di cui inserisco la biografia dell'autore, il mio commento e uno o più brani tratti dal testo.
In tal modo, il lettore può rendersi conto dello stile e del contenuto e scegliere come se si trovasse in libreria.
Ci sono i miei scrittori preferiti - Daphne Du Maurier, Thomas Mann, Maria Bellonci, Virginia Woolf, Gerald Durrel, Gianrico Carofiglio - e molti altri.
La copertina è opera di Maria Trezzi.
Dal testo:
LONDRA IN SCENA DI VIRGINIA WOOLF, MONDADORI 1975
Adeline Virginia Woolf, nata Stephen (Londra, 25 gennaio 1882 – Rodmell, 28 marzo 1941), è delle più famose scrittrici inglesi del ventesimo secolo.
"In questo libro, ci prende per mano e ci mostra la sua amata Londra, invitandoci ad ascoltare la voce di ogni luogo e a osservare ogni particolare per ricostruirne la storia e comprenderne l’essenza.
Così vediamo il porto, “le navi grandi e quelle piccole, quelle malconce o quelle magnifiche …navi, che, venendo dal silenzio, dal pericolo, dalla solitudine, ci passano davanti e arrivano finalmente a casa, al porto”. (pag. 6).
A questo punto, la nostra guida ci porta a visitare le dimore dei grandi personaggi; entriamo in quella dei Carlyle, che ci racconterà più di quanto raccontano le biografie dei suoi proprietari.
Infatti, quando entriamo in cucina, ci rendiamo subito conto che non avevano l’acqua corrente; nel seminterrato, c’è ancora il pozzo dal quale la domestica doveva pompare a mano l’acqua, riempire i secchi, salire le scale e portarla nelle varie stanze per pulirle.
“La vecchia casa imponente… doveva essere stata un campo di battaglia dove lei e la padrona di casa combattevano quotidianamente contro la sporcizia e il freddo”. (pag. 29).
Qui, la voce della casa è il fruscio dello straccio sul pavimento e il rumore dell’acqua che veniva pompata".
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Come nella prima parte, inserisco la biografia dell'autore, il mio commento e brani tratti dal testo dei libri che ho letto e apprezzato. La particolarità di questa seconda parte è quella d'includere libri non più in circolazione e difficilmente reperibili, esclusi dal mercato perchè sono lo specchio di un'epoca passata; anche questi testi sono di vario genere e li ho riportati perchè bellissimi e assolutamente da non dimenticare.
La copertina è opera di Maria Trezzi.
Dal testo:
NATALE A HELLESTA DI MARGIT SÖDERHOLM, ALDO MARTELLO EDITORE 1957.
Margit Söderholm nacque il 17 marzo 1905 e morì il 23 novembre 1986 a Stoccolma; fu insegnante e scrittrice. Vinse il Gran Premio del Romanzo Svedese con La fattoria di Germund nel 1943; il romanzo fu adattato per il grande schermo nel 1946.
In Natale a Hellesta si racconta delle feste di Natale di una ricca famiglia svedese dell’Ottocento. Dalle cucine al salotto, l’autrice non tralascia nulla e nessuno e dipinge con tocchi vigorosi e intensi i personaggi, con le loro spigolosità e le loro virtù, i loro trascorsi e le loro aspettative. Sullo sfondo, il paesaggio candido e gelido che si contrappone all’ampia dimora riscaldata dalle stufe. Bellissimo, uno dei miei libri preferiti oltre a I Buddenbrook di Thomas Mann e La prima moglie di Daphne du Maurier.
Ecco un brano tratto dal testo:
“Soprattutto aveva imparato a conoscere più da vicino suo padre, quel giovane pallido, scarno, dallo sguardo profondo e triste, che, prima, era stato per lui solo un ritratto.
Si era addentrato anche nella vita di lui, aveva sfogliato i suoi libri, esaminato le sue carte. Suo padre era stato un uomo colto, raffinato, con svariati interessi; Lave non si arrogava di misurarsi con lui, non poteva che comprenderlo parzialmente; ma seguiva con commozione la sua storia di sofferenze, la sua bontà, le sue lotte, la sua rassegnazione.
I medici non gli avevano dato alcuna speranza di poter vivere oltre i venticinque anni, sicché aveva sempre considerato la vita sotto la specie dell’eternità”. (Pag. 143)
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È formato da sei racconti a sfondo giallo, ambientati a Milano ai giorni nostri; il protagonista è Tinon, un affascinante quarantenne, accanito fumatore, che conduce le indagini e si basa sulla personalità della vittima per individuare l'assassino.
La prefazione è dello scrittore Alberto Ricci La copertina è opera di Marina Rigolone.
Il libro ha ricevuto la menzione d'onore nel Premio Gian Galeazzo Visconti a giugno 2017.
Dal testo:
"Mi apri subito come se aspettassi qualcuno. “Ah, sei tu” dici sorpreso. “Entra pure” sorridi e mi accompagni in salotto.
“Devo mostrarti un articolo che ti interesserà molto, siediti alla scrivania così sarai più comodo” dico sorridendo.
“Va bene”.
Ti siedi e io ti metto il giornale davanti. Poi estraggo il coltello e, quando mi guardi per chiedermi che cosa devi leggere, ti taglio la gola da un orecchio all’altro.
Ti accasci sulla scrivania, le tue braccia ricadono inerti. Asciugo il coltello con il fazzoletto. L’odore acre del sangue mi nausea, ma quando ti guardo sento una gioia folle, infinita.
Non vedrò mai più il tuo sorriso tranquillo e sicuro e non sentirò più la tua voce allegra; non soffrirò immaginandoti a dividere un’intimità che pensavo fosse solo mia.
Avrò la mia libertà così tanto sognata e attesa".
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Milano, primavera del 2018, tre omicidi in poco meno di due mesi. La modalità è quella del serial killer: i cadaveri hanno un numero in fronte. Il numero uno è stato ammazzato a Roma, sei mesi prima. Le vittime non hanno niente in comune e l’assassino colpisce senza lasciare tracce. Un altro salto nel buio per il commissario Tinon che, ancora una volta, dovrà affidarsi alla sua pronta intuizione per fare luce sulla vicenda. Sullo sfondo, la città di Milano prende vita insieme ai personaggi che partecipano alla storia e che la amano intensamente.
Questo libro ha vinto il terzo premio al Concorso Internazionale "Un libro amico per l'inverno" ed è finalista al Concorso Letterario Argentario & Premio Caravaggio nel 2022.
La prefazione è di Maria Antonia Corda.
La copertina è opera di Maria Trezzi.
Dal testo:
"Strinse le dita sul calcio della pistola e si preparò ad agire. Lo vide posteggiare la Polo, percepì una musica, attutita dal vetro chiuso, che esplose di colpo non appena l’uomo aprì la portiera; questi spense la radio e scese.
Si stiracchiò, ruttò, e lo vide; per un secondo non lo riconobbe, poi gli si illuminarono gli occhi e, appena fu a un paio di metri di distanza, un coltello apparve, come per magia, nella sua mano; si diresse verso il gabbiotto sorridendo minaccioso.
Il killer rimase immobile, guardò quell’essere spregevole negli occhi appannati dall’alcol e dalla droga, alzò il braccio e prese la mira mentre l’altro si arrestava paralizzato dalla sorpresa; lo centrò in fronte.
La vittima rimase un attimo eretta, fissandolo, poi si afflosciò sul marciapiede; allora l’assassino si avvicinò al corpo, lo guardò dibattersi negli ultimi spasimi mentre intorno alla testa si allargava una pozza di sangue. Si chinò e scrisse, tra le sopracciglia del morto, il numero 2; si rialzò e accese una sigaretta che aspirò con vigore tale da ridurne parecchio la lunghezza.
Il cane abbaiava con più entusiasmo del solito e una luce si accese; dopo un paio di minuti, l’animale s’acquietò e tornò il silenzio. L’uomo si allontanò svelto verso via Caccialepori fumando.
Guardò l’ora: le due e venti. Restava ancora una cosa da fare prima di rincasare".
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"Pensieri" racchiude le riflessioni dell'autrice e spazia dai luoghi amati agli affetti e a tutto quello che le ha ispirato un sentimento o suscitato un'emozione. Descrive anche l'incapacità di comunicare, le sensazioni fuggevoli ma non per questo meno importanti come assaporare un pasticcino, dolce come i momenti felici, l'utilità dell'esperienza maturata, il rapporto con gli animali - dall'amato gatto Schatzy alla coccinella e alla cavalletta.
In copertina, il padre e la zia dell'autrice nel 1926.
Esiste la versione audiolibro.
Dal testo:
Dormire
A capofitto
nelle
emozioni,
accenni di
verità
nascoste.
Ricordo
Bello,
sereno,
lontano.
Colori
pastello,
nostalgia.
La mente
ha cancellato
molto.
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Questo libro è il quarto episodio della serie del commissario Tinon: come nei romanzi precedenti il titolo proietta subito il lettore nel luogo dove si svolge l’azione: il mondo dello spettacolo, fatuo e pieno di lusinghe, di cui è vittima lo stesso Tinon.
Io credo molto in un’armonia universale che si ristabilisce di volta in volta eliminando ogni increspatura che ne rovini la perfezione; bene e male si confrontano, si integrano e confluiscono nella dinamica della vita, il più forte vince momentaneamente ma la resa dei conti arriva sempre e l’equilibrio viene ristabilito. Nel concreto, questo compito spetta alle forze dell’ordine. Il mio commissario, un quarantenne bello e ambizioso, ha esperienza delle pulsioni umane ed è consapevole della lotta intestina tra bene e male quando avidità, invidia e gelosia predominano. Quindi la sua strategia è mostrarsi amichevole e incoraggiante nei confronti delle persone che ruotano intorno alla vittima, inducendole a parlare a ruota libera, cogliendo i particolari che si lasciano sfuggire – talvolta involontariamente – e analizzando i sentimenti che le animano; in tal modo, combinando prove e dettagli, riesce a capire chi ha avuto l’occasione o l’interesse a eliminare la vittima.
Il libro si è classificato al secondo posto del IX Premio Internazionale Salvatore Quasimodo.
Dal testo:
"... Sulle prime pagine c’era la foto della vittima, un quarantenne massiccio, abbronzato, con un bel sorriso allegro, occhi chiari circondati da una fitta rete di rughe che ne aumentava il fascino; in un’altra immagine, posava vicino a uno yacht, vestito con maglietta e jeans attillati stile Armani. Altre foto lo ritraevano abbracciato alla bella moglie, entrambi sorridenti.
Il cronista riportava i fatti indicando che il funerale sarebbe stato fissato dopo l’autopsia.
Bisogna scoprire chi è la ragazza che è andata dalla vittima il giorno del delitto, pensò Tinon continuando a sfogliare i giornali. Poteva essere l’assassina o aver visto qualcosa o qualcuno".
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Volete la ricetta per avere bambini ubbidienti, studiosi, insomma bravissimi? Basta sfogliare "Zucchero e magia", una raccolta di favole in cui la voce narrante è una signora che, ogni settimana, prepara dei dolci squisiti e invita i bambini che conosce a mangiarli; e intanto, racconta delle storie a base di fate, maghi, angeli, folletti, animali magici... per sognare e imparare a vivere.
Dal testo:
Fiocco di neve
Era inverno e nevicava; il paese era sommerso dalla neve e sembrava un presepio. Quando venne il buio, tutte le case si illuminarono e i bambini ammirarono dalle finestre il bosco innevato; infine, andarono nei loro lettini.
Ed ecco cadere un fiocco di neve più grosso degli altri e più pesante anche, perché non ondeggiava con grazia come i suoi simili ma scendeva velocemente, come se non vedesse l'ora di arrivare. Finalmente, toccò il suolo: ma, sorpresa! era un angelo minuscolo, con un visetto tondo allegrissimo, vestito di bianco e con due piccole ali; rimase un attimo in piedi a guardarsi intorno soddisfatto e poi volò su una finestra, oltrepassò la persiana e i vetri ed entrò in una casa. Ecco il salotto, con l'albero di Natale, le scale, le camere...
Ecco i bambini, addormentati, sereni. L'angelo sfiorò volando i lettini e uscì per portare la sua benedizione in un'altra casa; infine, dopo aver visto tutti i bimbi dormire, decise di visitare i vecchi. Entrò nella casa del panettiere, si posò sul cuscino accanto al viso triste e contratto, ne distese i lineamenti in un sorriso sereno, pieno dei ricordi più belli; poi andò in un'altra casa e poi in un'altra ancora...
E dopo aver portato pace e serenità, tornò ad essere un fiocco di neve, si posò sul campanile e aspettò che venisse giorno.
Il paese si risvegliò, i bambini corsero fuori a giocare, i grandi accesero il fuoco nei camini.
Vide uscire gli anziani che andavano a Messa. Tutti erano sereni. Infatti, ogni età ha le sue gioie: i bimbi hanno i giocattoli, i grandi tanti sogni da realizzare, i vecchi il riposo e la tranquillità. Non bisogna aver paura di invecchiare perché il tramonto può essere bello, se lo si accetta.
Ora l'angelo poteva tornare in cielo: era davvero Natale.
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Questo volume offre al lettore una ricca selezione delle opere della scrittrice Maria Cristina Flumiani: i temi affrontati da queste storie, tutte scritte alla prima persona singolare, sono i rapporti interpersonali, colti nelle loro innumerevoli sfaccettature e vicissitudini. Apre la raccolta il racconto giallo "La vicina di casa" seguito da "Diario di un gatto" e da altri racconti per la maggior parte premiati in diversi concorsi letterari (tra cui Vita da psichiatra pubblicato anche singolarmente e finalista al Concorso Mario Soldati nel 2014). Presentato il 16 giugno 2016 presso lo Spazio Omnia.
La prefazione è dell'autrice Anna de Castiglione e la copertina è opera di Maria Trezzi.
Ha ricevuto il 2° premio al Concorso Unicorno nel 2016 e la speciale menzione della giuria del premio Un Fiorino D’inverno nel 2017.
Dal testo:
"È triste, ma nessuno della famiglia si salva da un’eredità di bruttezza davvero spietata; è impossibile trovare un parente di aspetto piacevole sfogliando gli album di fotografie.
E non mi consola sapere che nella scelta dell’anima gemella da parte dei miei antenati valori elevati come l’educazione e la cultura abbiano giocato un ruolo fondamentale; mentre la bellezza non è mai stata considerata importante perché di breve durata e inutile.
La pesante eredità di nasi adunchi, occhi acquosi e miopi, orecchie a elefante ha colpito anche me. Quando mi guardo allo specchio, non vedo soluzione per migliorare quello che ho di fronte: una ragazza con un fisico pesante, gli occhi piccoli, la pappagorgia, i denti irregolari; i capelli lisci e color castano spento, le orecchie a sventola. L’unica qualità che possiedo è una pelle lattea, luminosa e perfetta; ma poiché non c’è proprio niente da illuminare, non l’apprezzo per nulla, anzi, mi infastidisce.
Mia madre cerca sempre di consolarmi parlandomi della figlia di sua sorella, assolutamente brutta: troppo magra, con il naso gobbo, gli occhi piccoli, la voce fessa, un sorriso orizzontale che sembra travalicare i contorni del viso; le orecchie a sventola sono nascoste da un caschetto di capelli dorati e devo ammettere che, vista da lontano, alta, magra e bionda, sembra quasi carina. Sicura di sé, non si confronta con nessuno e la gente apprezza la sua allegria, i modi eleganti e la conversazione brillante".
Tratto da "Specchio, mio bello specchio... ".
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Tre omicidi s’intersecano e si sovrappongono nell’arco di due giorni. Le vittime: una prostituta in viale Tunisia, l’avvocato Amedeo Crisci in via Vincenzo Monti e una ricca e titolata signora, Gaia Bartolomei, nella sua villa in Brianza. Il commissario Tinon conduce le indagini basandosi come sempre su un'accurata ricostruzione dei fatti e soprattutto della personalità della vittima fondamentale per individuare chi ha avuto l'interesse o l'impulso di
eliminarla.
La prefazione è dello scrittore Emanuele Cislaghi e la copertina è opera di Maria Trezzi.
Ha ricevuto il premio come miglior giallo al Concorso Cibotto e la menzione d'onore al concorso Unicamilano nel 2019.
Duemila copie vendute.
Dal testo:
"Attraversò l’atrio pieno di gente che lo guardò con curiosità e salì al quarto piano con un vecchio ascensore in ferro. Sul pianerottolo, c’erano due poliziotti. Uno di loro disse: “È stato il marito, hanno litigato perché lei voleva andarsene con un altro. Il solito delitto passionale”.
Tinon assentì ed entrò in un appartamento modesto, con pochi mobili ordinari e le pareti scrostate; c’erano solo tre stanze che davano sull’ingresso – il bagno, la camera da letto e la cucina. Qui, seduto vicino al tavolo di formica, c’era un uomo muscoloso, tatuato, sui trent’anni; sul viso aveva una grossa cicatrice e gli tremavano le mani.
Non guardò nemmeno il detective; stesa in terra c’era la donna, o meglio quello che rimaneva di lei, la faccia gonfia e i capelli intrisi di sangue. Stringeva in una mano il cellulare; un ultimo disperato tentativo di chiedere aiuto, pensò il commissario; una ragazza, probabilmente, che si era innamorata della persona sbagliata e aveva tentato di sfuggirle. Un caso come tanti, troppi.
Estrasse dal pacchetto una sigaretta, l’accese e inspirò una grossa boccata di fumo; nonostante l’esperienza, non riusciva ad accettare l’idea della morte violenta, della disperazione, del dolore che le vittime dovevano aver provato negli ultimi momenti della loro vita. Avrebbe dato volentieri una manica di botte a quell’individuo prepotente che aveva troncato la vita di un altro essere umano".
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Si tratta di una selezione di film scelti dall'autrice per trama, interpretazione, sceneggiatura. Da "Barry Lyndon" a "Sole a catinelle", il lettore potrà scegliere secondo i suoi gusti tra film impegnati, divertenti, storici. Oltre al commento, ci sono le biografie dei registi e degli attori principali corredati di foto e i collegamenti con il mondo letterario.
La copertina è opera di Maria Trezzi.
Il libro si è classificato nel Concorso Internazionale Midnight Dream 2023.
Dal testo:
Barry Lyndon è un film storico - drammatico del 1975, diretto da Stanley Kubrick e tratto dal romanzo di William M. Thackeray “Le memorie di Barry Lyndon”.
È considerato un capolavoro per la regia, i costumi, la colonna sonora e la fotografia; il regista ha curato tutti i particolari studiando le stampe del Settecento per riprodurre le ambientazioni.
Narra la vita di un giovane irlandese di bell’aspetto, Redmond Barry (Ryan O’Neal), che è costretto a lasciare il villaggio natio dopo un duello in cui pare abbia ucciso il rivale in amore; dopo diverse vicende in cui si dimostra il suo valore come spadaccino, riesce a sposare la ricchissima lady Lyndon (Marisa Berenson) da cui avrà un figlio.
Il matrimonio è infelice a causa dei tradimenti di Barry e della morte precoce del bambino; al tutto si aggiungono l’invadenza della madre di Barry e i conflitti tra lui e il figliastro.
È un film memorabile per l’eleganza dei personaggi (lady Lyndon è abbigliata con parrucche intonate ai vestiti), la splendida interpretazione degli attori, la bellezza dei paesaggi e delle dimore. Una testimonianza dell’opulenza dell’aristocrazia inglese dell’epoca. Pluripremiato".
Seguono foto e biografia del regista e degli attori principali.
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